martedì 13 gennaio 2009


L’Associazione culturale
“INGRESSO GRATUITO”Presenta

presso la sede di Via Castelforte, 4 – Roma
per la rassegna
CINEFORUM


venerdì 16 gennaio 2009 alle ore 21.00
“Il vento fa il suo giro” (2005)
Regia: Giorgio Diritti


Recensione del film: Il Vento Fa il Suo Giro
Il film di Diritti esplora una realtà poco nota del nostro Paese e sceglie di farlo tramite uno sguardo partecipe, emotivo ma al tempo stesso lucido, grazie ad una regia concentrata anzitutto sui primi piani, sui volti dei numerosi protagonisti, gli abitanti di Chersogno (quindi attori non professionisti), e naturalmente sul paesaggio, le Alpi Occitane, nel susseguirsi delle stagioni.

Il film, infatti, inizia in inverno e termina con i calori estivi, così come il dramma che si sviluppa a partire da una tiepida accoglienza di Philippe (Thierry Toscan) fino ad un violento rifiuto dell’estraneo (il “forestiero”, come viene chiamato da tutti il nuovo arrivato). L’aspetto che più colpisce de Il Vento Fa Il Suo Giro è il ripudio di schemi precostituiti di certo cinema “da cartolina” e il non piegarsi alle esigenze del documentarismo, sebbene alcune scene possano richiamare quel tipo di approccio.

Il risultato è un’opera per nulla accomodante, dura, che mette il dito nella piaga dell’intolleranza, nella difficoltà di relazionarsi con l’altro. La storia procede per gradi, dapprima l’arrivo della famiglia francese suscita curiosità e stabilisce affinità e differenze, tra chi vede nella novità un elemento di ricchezza per la vita del paese e chi teme una violazione delle regole non scritte di convivenza civile.

In realtà a rappresentare la civiltà è proprio Philippe, che con il mestiere di pastore si fa continuatore di una tradizione nel segno del rispetto e della condivisione dei beni. Ben presto vediamo emergere il razzismo degli abitanti, ferocemente attaccati al loro pezzo di terra come garanzia di “libertà” e che quindi non possono accettare alcun cambiamento.
Tutto ciò porta ad un crescendo di atti di prepotenza che causeranno l’allontanamento del pastore e della sua famiglia, lasciando nello spettatore un senso di amarezza e di dubbio.
Quello che Diritti mette sullo schermo è una problematica che riguarda tutti, ed ha il merito di porla senza ipocrisie e facili soluzioni, conscio della pluralità delle parti in gioco, consapevole del fatto che ogni cosa, prima o poi, ritorna.

(Italo Rizzo)

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