lunedì 11 gennaio 2010

Il capro espiatorio


Dammi la linea, il passo, la misura
la colpa del non capito
il tempo, lo spazio per essere
untore, diavolo, poeta
farmaco scaduto, ricetta incompleta.

Le tende della memoria
aprile, che prendano aria
sia sopra che sotto la panca
il capro ci crepa,
con la pioggia che cade
ed il cane che abbaia
e non morde quasi mai
quasi nessuno, escluso il capro
che poi espia silente
da dietro le tende
aspetta e si pente
esente da tutti i peccati
sentendosi in colpa
da innocente, in un finale
decisamente indecente.

E tu dammi la colpa
mettimi in cima ai colpevoli
della fine di un mondo, imminente.

So perdere e scordare
le chiavi, le staffe, un accordo
il cellulare, l’ultima rima di un verso
l’ombrello, il verbo amare
sono capro e cornuto
attimo saturnino
entrami nella sacca
versami nel tuo vino.

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