lunedì 25 gennaio 2010

Primitivi

I VINI
In attesa dei gusti che assaporeremo venerdì 29 a sera,
in attesa dei sapori primitivi,
ecco alcune immagini preparatorie!!








Vino al vino
3 dicembre 2009
Itinerario pugliese: le infinite emozioni del Primitivo “all’antica” di Vittorio Pichierri
Come vanno le cose in Puglia, nella full immersion che sto vivendo insieme ad alcuni colleghi stranieri (Patricia Guy, Rosemary George MW, Kyle Phillips,Wojciech Bonkowski) da domenica?Direi, per essere sintetico, benissimo, come meglio non potrebbe, con un’intensità di esperienze, incontri, situazioni ed emozioni che conferma la grandezza di questa regione e la sua centralità nel discorso sul vino italiano, di ieri e di oggi.Dall’esordio di domenica e lunedì, nella splendida Masseria (ed efficiente e valida azienda agricola biodinamica) Cefalicchio di Canosa, realizzata da Nicola Rossi (parlamentare ed economista) e suo fratello Fabrizio, seguite dalla visita all’azienda Spagnoletti Zeuli, alle degustazioni di vini dell’areale di Gioia del Colle (un Primitivo molto diverso da quello di Manduria e del Salento, in corso di progressiva definizione ed affermazione), alla giornata di martedì, trascorsa tra la Valle d’Itria, dove Nicola Carparelli dell’azienda I Pastini ci ha raccontato nella suggestiva ambientazione di un antico trullo la sua riscoperta del Fiano Minutolo ed il suo lavoro sulle varietà a bacca bianca nella zona di Locorotondo, ed il Salento, tra San Donaci da Candido (con una grande degustazione, dei vini aziendali e di altre realtà produttive) e Guagnano, da Cantele, per un altro di quei momenti di degustazione collettiva che rappresenta la grande novità e l’evento da sottolineare (cosa che farò presto) di questo tour, è stato tutto un susseguirsi di momenti forti.

Momenti significativi, che ci hanno consentito di cogliere la realtà variegata ed in divenire della Puglia del vino di oggi.Poi ci siamo spostati nella zona del Primitivo di Manduria, e ieri mattina a Sava, abbiamo avuto uno di quegli incontri di quelli che da soli credo giustifichino, senza sminuire le altre visite, il nostro viaggio in terra pugliese. L’appuntamento era alla
Vinicola Savese, da quell’autentico testimone e portabandiera della lunga storia e dell’identità del Primitivo che è Vittorio Pichierri (nelle foto), ed è stato subito, non solo per me che ci tornavo, ma per i colleghi che visitavano questa cantina storica per la prima volta, un evento, un momento di quelli da non dimenticare.Merito della passione di Vittorio, “ultimo dei Mohicani” del Primitivo, una sorta di Bartolo Mascarello o di Soldera di questo nobile vino, del suo modo di raccontare un mestiere di vignaiolo e di produttore vissuto sempre nel solco del rispetto assoluto della terra, dell’identità del Primitivo, di un modo di produrlo e di onorarlo tradizionale e antico ma non polveroso e museale, ma vivo, e merito dei vini, proposti in una sequenza trascinante. Degustazione non solo basata sui tanti vini in bottiglia, dalla Tradizione del Nonno, a Desiderium, Passione, Terra Rossa (per citarni solo alcuni, puntualmente proposti), ma, cosa più inconsueta, prelevati direttamente dalle cisterne interrate in cemento vetrificato, dove riposano lungamente, dalle botti e risultano all’assaggio ancora più integri e veri, o, cosa ancora più incredibile, dal capasone, recipiente di creta simile alla giara, di capienza variabile, dove Vittorio Pichierri, produttore che lavora “per intuito” come ama dire, fa lungamente riposare, del tutto incurante dei diktat del marketing, della modernità, delle leggi del “mercato” i suoi capolavori.Vini, i suoi, in grado di sfidare il tempo, di dimostrare come il Primitivo di Manduria, pardon, di Sava, come ci tiene a precisare, non solo regga l’invecchiamento e si evolva splendidamente, ma conquisti tesori di complessità, di finezza, impensabili.
Ce l’hanno dimostrato, e sarà difficile dimenticarlo, una strepitosa, commovente bottiglia di un suo Vino classico Primitivo Savese “ottenuto dalle migliori uve mature di Sava” di 21 gradi, del 1975, ceralaccato, e aperto e decantato con ogni cura da Enzo Scivetti, che ci accompagna in questo tour, vino dal bouquet aromatico infinito, splendente di preziose sfumature, suadente al palato, avvolgente, pieno di energia e ancora incredibilmente freschissimo, cremoso, godibilissimo con le sue note di ciliegia e agrumi canditi, fichi secchi, spezie, erbe aromatiche, cuoio, tabacco, cacao, e forse un ancora più incredibile vino di oltre vent’anni, prelevato dal capasone da Vittorio e propostoci a miracol del Primitivo mostrare.Un vino stupefacente per complessità aromatica, con uno sviluppo di note terziarie di funghi secchi, tartufo, rabarbaro, spezie orientali, di amarena e cioccolato, e poi freschissimo al gusto, pieno di vita, con una magnifica stoffa calda e vellutata ed un corredo tannico ancora importante, avvolgente nel suo proporsi, suadente, elegantissimo e privo di quelle durezze – la degustazione di un buon numero di vini di altre aziende che abbiamo fatto nel pomeriggio presso il
Consorzio Produttori Vini e Mosti di Manduria ce l’ha dimostrato, quella tendenza a sovra-estrarre, a giocare sulla potenza, la concentrazione, talvolta con legnosità insopportabili – che affliggono molti dei Primitivo, normali, che affollano il panorama produttivo di questo nobile e antico vino pugliese.Cose buone, per fortuna, non sono mancate, ma un grazie immenso a Vittorio Pichierri per averci mostrato il volto nobile, antico, sapiente, miracoloso e quasi misterico del Primitivo, un patrimonio di eleganza, complessità, dolcezza calibrata (anche nei vini dolci naturali più ricchi e dal contenuto alcolico più elevato), di armonia ed equilibrio, credo insuperabile, anche in un panorama, quello del Primitivo, sempre più affollato.Una visita di quelle speciali, che porterò tra i ricordi più belli non solo di questo mio ennesimo viaggio vinoso in una delle terre del vino che più amo, ma di un’intera carriera di cronista itinerante che nel vino cerca l’autenticità, la poesia, una capacità di emozionare e di colpirti dentro…